Il Sacro Graal, Arild Rosenkrantz

Il Sacro Graal, Arild Rosenkrantz
Nella divinità del mondo
troverò me stesso
in essa io riposo
risplende la divinità dell'anima mia
nel puro amore per tutti gli esseri,
risplende la divinità del mondo
nei puri raggi della luce.
-R.Steiner-

martedì 15 luglio 2014

Reynolds-Stephens e Majakovskij s'incontrano..





Arte e Poesia d'Amore...




PER NOI

"L’amore
non è paradiso terrestre,
a noi
l’amore
annunzia ronzando
che di nuovo
è stato messo in marcia
il motore
raffreddato del cuore.
Trattenendo
me stesso,
come a un convegno,
sino all’ultimo battito del petto,
tendo l’orecchio:
l’amore riprende a ronzare,
umano,
semplice.
Fuoco,
uragano
ed acqua
s’avanzano con un sordo brontolìo.
Chi saprebbe dominarsi?
Potete?
Provateci …"

Vladimir Majakovskij




Immagine:
Sir William Ernest Reynolds-Stephens (1862 - 1943)
"Corteggiamento romano"




sabato 21 giugno 2014

Solstizio d'estate 2014


Celebrare "Litha",
il Trionfo della Luce!



Intorno al 21 giugno il sole celebra il suo trionfo, in quello che è il giorno più lungo dell’anno, ma che allo stesso tempo, rappresenta l’inizio del suo declino.
Infatti, dopo il Solstizio d’Estate, le giornate iniziano lentamente ma inesorabilmente ad accorciarsi fino al solstizio d’inverno, in quella che è la fase “calante” dell’anno.
Solstizio deriva dal latino solstat, “il sole si ferma”, e, infatti, pare quasi che il sole indugi un po’ in questa posizione prima di riprendere il suo cammino discendente. Il sole raggiunge la sua massima declinazione positiva rispetto all’equatore celeste, per poi riprendere il cammino inverso: inizia l’estate astronomica.

E’ tempo in cui possiamo ricevere il massimo della potenza solare: la mistica forza che unisce cielo e terra è ora più forte.
Questa verità era conosciuta dagli antichi popoli che pare fossero a conoscenza del fatto che le “ley lines”, le misteriose linee energetiche che solcano la superficie terrestre aumentano la loro carica energetica tramite la potenza solare. Anche monumenti come menhir, dolmen e cerchi di pietre erano forse focalizzatori artificiali del sistema energetico terrestre.
I cristalli possono essere potentemente caricati al solstizio e siccome il granito dei megaliti di Stonehenge contiene una grande quantità di quarzo, questo cerchio si attiva al Solstizio, generando un forte campo energetico. Non a caso la cerimonia del Solstizio d’Estate è la festa più elaborata e più famosa compiuta dai moderni ordini druidici, che la celebrano ogni anno appunto a Stonehenge (nel 1999 sono ripresi i rituali dopo una sospensione di dieci anni decretata nel 1988 dalle autorità britanniche per motivi di ordine pubblico).

Il Neo-Druidismo chiama il Solstizio d’Estate Alban Heruin, “Luce della riva”. Infatti, la festa è al centro dell’anno, al suo volgere, così come la spiaggia è il luogo d’incontro di mare e di terra dove i due confini si uniscono. Nelle tradizioni antiche la “terra” era la zona astronomica al di sopra dell’equatore celeste e l’ “acqua” quella inferiore. Il sole trovandosi nel loro punto d’incontro è come sulla riva del mare.

Mazzetti di erbe collocati sotto il cuscino favoriscono i sogni divinatori: le erbe giocano un ruolo di primo piano nelle tradizioni solstiziali e di San Giovanni. Si raccolgono piante aromatiche da bruciare sui falò solstiziali, piante che danno poco fumo e hanno un buon aroma, come timo, ruta, maggiorana. È comune credenza che moltissime piante raccolte in quest’epoca abbiano poteri quasi miracolosi.
Il vischio è una pianta solstiziale molto importante nella tradizione celtica: secondo lo scrittore romano Plinio pare che gli antichi Druidi raccogliessero questa pianta con un falcetto d’oro, strumento che univa la forma lunare al metallo solare. I rami di vischio al Solstizio d’Estate assumono un aspetto dorato, il famoso Ramo d’Oro dei miti.
Il sambuco tagliato la vigilia del Solstizio, sanguina nelle leggende britanniche.
Il seme di felce permetteva di trovare tesori nascosti, mentre il leggendario fiore di felce (che non esiste, al pari del seme, in quanto la felce è una pianta pteridofita, cioè che si riproduce tramite spore) rendeva invisibili i suoi fortunati raccoglitori.
In tutti i paesi europei si raccolgono erbe ritenendole impregnate di miracolose virtù: la verbena porta prosperità, mentre l’artemisia sacra ad Artemide sorella di Apollo, protegge dal malocchio.
Si riteneva in particolare che l’energia solare si raccogliesse in fiori come la calendula o l’iperico, la miracolosa “erba di San Giovanni”.

Proprio tutte queste virtù magiche che terapeutiche attribuite alle piante, spiegano l’abbondare di leggende riguardanti coloro che più di ogni altra persona conoscevano le erbe magiche: le streghe.
L’usanza antica di certe donne di recarsi nude a raccogliere erbe ricorda antichi riti in cui le donne andavano nude nei campi per propiziare il raccolto, spesso danzando. Forse dietro le storie dei raduni di incantatrici e di fattucchiere nella notte di mezza estate, si cela anche il ricordo dei riti solstiziali celtico-germanici intorno ad un albero (il noce di Benevento!) o delle feste licenziose in onore della dea Fortuna nell’antica Roma che si tenevano appunto il 24 giugno: ricchi e poveri, liberi e schiavi, accorreva ai templi, banchettava e danzava.
Fortuna è la Dea della casualità assoluta, del caos benefico e rigeneratore. La somiglianza di queste feste con i Saturnali del Solstizio d’Inverno fanno del Solstizio Estivo una sorta di capodanno o di carnevale, un periodo “caotico” in cui il cosmo si rinnova e si ricrea, con conseguente rimescolamento dei ruoli sociali e capovolgimento delle norme morali. In questo benefico caos assumono rilievo i due elementi primordiali del fuoco e dell’acqua, contrapposti ma pur sempre complementari, dove il primo simboleggia i poteri della divinità maschile e la seconda quelli della divinità femminile (o, se si preferisce il Sole e la Luna).

L’acqua del Solstizio è direttamente collegata alla luna e al segno del Cancro: significativamente il glifo di questo segno zodiacale è composto da due segni spiraliformi che si oppongono in un simbolo simile allo Yin-Yang orientale, forse indicanti le due metà dell’anno che ora si incontrano.
Nelle celebrazioni solstiziali l’acqua è rappresentata dalla rugiada o “guazza di San Giovanni”, cui sono attribuiti poteri miracolosi: fare ricrescere i capelli, ringiovanire la pelle o addirittura propiziare la fertilità. Non era raro che molte giovani donne si bagnassero nude nei prati con la magica rugiada la notte di San Giovanni.

Il fuoco viene simboleggiato dai falò accesi un po’ ovunque in Europa nella notte solstiziale. Sono simboli solari e accenderli significa rafforzare l’energia dell’astro che d’ora in avanti va declinando. Un’altra interpretazione esalta il loro valore purificatorio, con cui vengono scacciati gli spiriti maligni e le malattie. Non bisogna dimenticare infatti che in questo periodo caotico, di “passaggio”, così come gli esseri umani hanno libero accesso a regni e poteri soprannaturali, così anche le entità malefiche possono vagare indisturbate per il nostro mondo.
Nel folklore nord-europeo la vigilia di San Giovanni è una delle tre “notti degli spiriti” insieme alle vigilie di Calendimaggio e di Hallowee’en/Samhain. Ad ogni modo tutte le tradizioni popolari europee vedono l’accensione di fuochi sulle colline, processioni notturne con fiaccole e ruote infuocate gettate lungo i pendii.
Si danza intorno ai falò e si salta sulle fiamme quando queste si abbassano.

In Scandinavia il falò del Solstizio era il “fuoco di Baldur”. Baldur, figlio di Odino, era il giovane dio che veniva ucciso nel fiore degli anni e probabilmente nell’antichità si sacrificavano uomini per rappresentarne la morte. Forse Baldur era uno spirito della vegetazione, lo spirito della quercia celebrato da alcuni miti nordici e celtici. Infatti, le leggende narrano di una lotta eterna tra due opposte divinità, il Re della Quercia e il Re dell’Agrifoglio, dove il primo rappresenta il Dio dell’anno crescente (cioè della metà dell’anno in cui la luce solare prevale sulle tenebre notturne) e il secondo raffigura il Dio dell’anno calante (la metà dell’anno in cui la notte prevale sul giorno).
Se in inverno era il Re dell’Agrifoglio a soccombere, a Litha-Casmaran era il Re della Quercia a dover cedere di fronte all’avversario. E questo spiega perche i fuochi solstiziali erano alimentati con legno di quercia… la quercia fiorisce intorno a Casmaran e segna il passaggio tra anno crescente e anno calante.
La morte estiva del Re della Quercia aveva varie forme: bruciato vivo, accecato con un ramo di vischio o crocifisso su una croce a T.

L’idea di due divinità o di due re che combattono eternamente tra loro appare in molte culture. Ma se nelle mitologie più antiche il signore abbattuto risorgeva ogni anno, in modo che la luce e l’oscurità regnassero in equilibrio tra loro, in tutti questi miti più tardi, probabilmente per influenza dei culti solari legati alla regalità, la vittoria dei personaggi “luminosi” è sempre definitiva e la morte di quelli “oscuri” senza appello.
Nelle leggende riguardanti il duello eterno dei due re appare spesso una figura femminile che rappresenta la Dea, la quale non combatte, non si schiera e non soccombe ma costituisce un perno immobile tra le due figure, simbolo della Morte in Vita.
Infatti, anche se ora la terra è esuberante nella sua fertilità, è pur sempre uno zenith transitorio in cui la Natura presiede alla morte del Re della Quercia e all’insediamento del suo oscuro ma necessario gemello.

Litha (dal nome della dea sassone del grano affine a Demetra e a Cerere ) rappresenta anche il ciclo agricolo incentrato sui cereali. Nelle Isole Britanniche questo ciclo venne narrato nella storia di John Barleycorn (lo spirito dell’orzo) che vive dalla semina fino al momento della sua morte ad opera della falce, ma che poi rinasce dal suo stesso seme, in un ciclo senza fine ma con momenti ben definiti, caratterizzati da celebrazioni rituali. In questo ciclo il Dio muore e discende agli inferi dove la Dea della Terra lo soccorre e lo fa rinascere.

Litha non è una festa di carattere esclusivamente maschile: nella celebrazione del Solstizio d’Estate è uso onorare sia il Dio che la Dea.
Pare che in questo periodo i culti relativi alla Dea Diana, divinità strettamente legata alla luna, entrassero in grande fermento. Ad essa ed alle altre dee lunari era associata infatti la famosa rugiada che si raccoglieva all’alba del Solstizio d’Estate, liquido dalle grandi proprietà magiche.




Celebrare Casmaran – Litha

Possiamo raccogliere le erbe del solstizio e conservarle come portafortuna. La pianta sacra del solstizio d’estate è l’iperico. L’iperico raccolto a mezzogiorno del solstizio era capace di guarire molte malattie, mentre le radici raccolte a mezzanotte cacciavano via gli spiriti maligni. L’iperico era appeso sulle porte per proteggere le abitazioni dagli spiriti malvagi, e il suo nome greco hyperikon significa appunto “proteggere” o “sconfiggere un’apparizione”.
Com’è nella tradizione bruciare nove ceppi nei fuochi di Beltane, è anche costume tirare 9 tipi di erbe nel fuoco di Litha. E sono: Iperico, Ruta, Verbena, Vischio, Lavanda, Timo, Finocchio, Piantaggine e Artemisia.

In tutta Europa si traevano (e forse ancora si traggono) presagi ad opera delle ragazze nubili per sapere se si sarebbero sposate ed eventualmente acquisire indizi sull’identità del futuro sposo. Ad esempio col piombo liquefatto nelle padelle s’individuava, tramite le forme assunte dal metallo, il mestiere del futuro sposo. Altri metodi utilizzavano la chiara d’uovo versata nell’acqua o le fave sbucciate.
In Galles per trovare la propria anima gemella si camminava intorno ad una chiesa nove volte e si metteva alla fine di ogni giro un coltello nella serratura del portone, dicendo: “Qui c’è il coltello, dove è il fodero?” Il simbolismo è evidente…
Usanze logiche se si pensa che la Natura, al massimo del suo rigoglio, favorisce tutto ciò che riguarda l’amore e la fertilità.

E’ il giorno delle divinazioni e delle magie domestiche, dei piccoli e grandi riti protettivi legati all’elemento fuoco.
Per celebrare Casmaran possiamo fare cose molto semplici. Ad esempio alzarci all’alba e osservare il sole che spunta, meditando sulle sue qualità e sul suo destino: la massima forza coincide con l’inizio del suo declino.
Possiamo bagnarci con la rugiada solstiziale oppure accendere un piccolo falò nel nostro giardino la vigilia del solstizio e organizzare un piccolo festino con i nostri amici.
Ma possiamo anche celebrare ritualmente questo momento con una veglia che cominci a mezzanotte, in fondo è la notte più breve dell’anno!
All’aperto si può tenere acceso un piccolo fuoco oppure si possono accendere candele rosse o dorate, meditare sui significati di questa festa, ascoltare o suonare musica, leggere poesie, magari in compagnia dei nostri amici.
Al momento dell’alba possiamo salutare il sole dicendo:


“Salute a te Sole nel giorno del tuo trionfo!”





Credits to:
www.ilcerchiodellaluna.it




sabato 7 giugno 2014

I Colori... Significati!



La bellezza dei colori ed il loro significato



Significato e proprietà del colore Arancione
Il colore Arancione è simbolo di armonia interiore, di creatività artistica e sessuale, di fiducia in se stessi e negli altri. Nello spettro luminoso si colloca tra il colore Rosso e il colore Giallo ed è abbinato al secondo Chakra. L’Arancione inoltre simboleggia la comprensione, la saggezza, l’equilibrio e l’ambizione. Questo colore, spesso associato alla salute del nostro corpo, agisce sulla nostra vitalità e su tutto quello che concerne l’assorbimento di ciò che si mangia. Libera inoltre da sintomi depressivi aumentando la capacità di reagire alle avversità della vita in modo repentino ed efficace. Simbolo per eccellenza di fertilità, il colore Arancione stimola la circolazione del sangue e da vitalità agli organi sessuali, sia maschili che femminili, favorendo la fecondità.




Il colore Azzurro, collocato tra il Verde e l’Indaco nello spettro luminoso, è simbolo di comunicazione attraverso la creatività. Colore emblema della lealtà e dell’idealismo, trasmette senso di pacatezza aiutando la meditazione e l’estroversione. Inoltre stimola il sonno e favorisce i rapporti di diplomazia. Associato al quinto Chakra il colore Azzurro tende, inoltre, a favorire l’abbassamento della pressione arteriosa.



Il colore Bianco comprende tutti i colori dello spettro luminoso e come significato sta agli antipodi del colore Nero: infatti simboleggia il confine che segna l’inizio della fase vitale. Il Bianco esprime speranza per il futuro, fiducia nel prossimo e nel mondo in genere. Rappresenta lo stato di purezza e i nobili sentimenti e la voglia di cambiamento.



Significato e proprietà del colore Blu
Simbolo di armonia ed equilibrio, nonché di calma, il colore Blu ha la facoltà di rilassare portando equilibrio nella sfera emotiva. Trasmette, inoltre, una certa sensibilità portando l’individuo ad essere più vulnerabile ad eventuali “attacchi” esterni. Il colore Blu ha la capacità di normalizzare la frequenza del battito cardiaco e la pressione tendendo così a rilassare il corpo e ad allontanare il senso di ansia.



Significato e proprietà del colore Giallo
Abbinato al terzo Chakra il colore Giallo è simbolo della luce del sole ma anche della conoscenza e dell’energia, sia dell’intelletto che nervosa. Il colore Giallo ha la capacità di regolare la frequenza del battito cardiaco e la pressione arteriosa. Inoltre il Giallo agisce sul sistema digestivo e su quello epatico ma anche sulla vescica e la milza. I colori di tonalità gialla agiscono su diversi aspetti della nostra personalità e attitudini: generalmente infatti favoriscono l’estroversione e la capacità di concentrazione.




Il colore Grigio è simbolo di distacco che denota un atteggiamento di auto protezione. Il Grigio conferisce neutralità o comunque un atteggiamento di prudente attesa di fronte alle scelte. Questo colore aiuta nella propria difesa e protezione, accresce saggezza e prudenza ma al contempo rende distaccati e introversi.




Significato e proprietà del colore Indaco
Collocato tra l’Azzurro e il Viola nello spettro luminoso il colore Indaco è simbolo di spiritualità e risveglio interiore. Associato al sesto Chakra, l’Indaco agisce sui nostri sensi aumentando il tono dell’umore in caso di malinconia o di leggeri stati depressivi. Il colore Indaco, inoltre, ha un forte potere rilassante e aiuta nelle pratiche meditative.




Significato e proprietà del colore Marrone
Ottenuto dalla combinazione del Rosso, del Giallo e del Nero, il colore Marrone è simbolo di soddisfazione a livello fisico. Questo colore è il risultato della vitalità del colore rosso purificata dalla consapevolezza del Giallo e, il Giallo e Rosso insieme, attenuano il senso di ribellione espresso dal colore Nero. Il marrone quindi, risultato di questa combinazione, esprime emotività e sensualità, ma anche, equilibrio, buona salute e bisogno di soddisfazioni sensuali.




Il colore Nero conferisce un senso del sacrificio, tenacia, abnegazione e risolutezza nel perseguire le proprie mete.




Significato e proprietà del colore Rosa
Simbolo della capacità di dare e riceve amore, il colore Rosa conferisce passione e vitalità nell’amore per altri e per se stessi. Ha la funzione di aumentare l’intuito nelle donne e aiutano a mettere gli uomini in condizioni di capire al meglio le donne. La caratteristica principale del colore Rosa è quella alleggerire la mente e di fugare pensieri negativi che vi si possono annidare. Ma questo colore, simboleggia anche la capacità di aprirsi verso il prossimo in un continuo ed equilibrato scambio tra il dare e il ricevere. Infonde inoltre la capacità del perdono ed esprime il reciproco bisogno di dare e riceve tenerezza.




Il colore Rosso è simbolo del sangue e dell’energia vitale sia mentale che fisica. L’uso di questo colore aiuta a combattere le energie passive infondendo una straordinaria forza sia psichica e che motoria. Abbinato al primo Chakra, il colore Rosso simboleggia l’estroversione e la forza di volontà. Influendo sul battito cardiaco e sulla pressione sanguigna stimola il nostro corpo accelerando i ritmi vitali. Il Rosso è quindi sinonimo di forte passionalità, di grande personalità e di fiducia in se stessi. Inoltre, il colore Rosso stimola la creatività e aumenta le capacità di autoconservazione.




Il colore Verde simboleggia la perseveranza e la conoscenza superiore. Associato al quarto Chakra, nello spettro della luce si colloca tra il Giallo e l’Azzurro. Il colore Verde emana senso di equilibrio, compassione e armonia; trasmette amore per tutto ciò che riguarda il regno naturale favorendo il giusto contatto con le leggi della natura e con il rispetto delle tradizioni. Oltre ad avere un effetto calmante, il colore Verde infonde senso di giustizia e grandezza d’animo oltre a conferire tenacia e perseveranza nel seguire i propri progetti. Di contro, il Verde crea una sorta di resistenza ai cambiamenti. Risultato della combinazione dei colori Blu e Giallo, il Verde rappresenta anche la tensione, risultato del senso di quiete emanata dal blu e dell’energia infusa dal Giallo. Il colore Verde inoltre, rappresenta l’energia accumulata non esternata portando, sovente, ad un eccessivo autocontrollo e bisogno di dominare sia le persone che gli eventi.




Significato e proprietà del colore Viola
Nello spettro luminoso, il colore Viola è posizionato agli antipodi del Rosso e simboleggia l’attitudine a identificarsi con il prossimo. Abbinato al settimo Chakra il Viola evidenzia e accentua la parte emotiva dell’individuo rendendolo, di conseguenza, fragile e facilmente attaccabile. Il colore Viola stimola il desiderio di avere un legame, sia fisico che emotivo, molto intenso con la persona amata. Questo colore accresce, inoltre, la capacità creativa e la fantasia inibendo, di contro, l’eccesso di razionalità. Il colore Viola ha la capacità di rendere la persona seducente ma, di contro, anche molto inquieta e suggestionabile.






Credits to:
- La Casa della Strega -


domenica 18 maggio 2014

Pentalfa - Pitagora




Pitagora e la Stella a 5 punte



    La Stella a 5 punte per gli Egizi raffigurava il Sole, Horus, nato da Iside e Osiride. Di seguito fu usata da Pitagora per dimostrare il segmento aureo. In linea generale il pitagorismo è sinonimo di scienza dei numeri. Numeri che sono le idee archetipiche e i modelli geometrici d’ogni forma in manifestazione.




    Nei suoi studi Pitagora (572- 497 a .C.) fece rivivere la scienza della «Parola» ovvero il potere del suono. Rese una scienza esatta lo studio del suono che dall’Ente supremo si muove attraverso caratteristiche metafisiche.
Con lo studio sugli intervalli sonori (ottave) penetrò le forme armoniche (toni) fino al suono silenzioso. Ridusse a valori matematici i rapporti sonori tra masse planetarie e sistema solare concependo i rapporti con la struttura dell’uomo in quelle che vennero definite le Leggi dell’Armonica. Il rettangolo, avente i lati che rispettano la proporzione aurea, è detto rettangolo aureo ed esso si può originare tantissime volte nel cosiddetto Pentalfa.
Pentalfa significa “cinque alfa”, ossia cinque principi. Il Pentagramma, simbolo dei pitagorici, conteneva una parola che corrisponde a “sta bene” che per i greci significava vita e salute. Con una figura umana inscritta al suo interno i cui arti toccano la circonferenza (detta di Agrippa), rappresenta il microcosmo umano e i cinque centri di forza del corpo.
La Stella a 5 punte è anche chiamata Stella dei Magi, in ossequio al segno di potenza e di luce che illumina il cammino spirituale; per questo motivo viene messa sul presepio e sull’albero di Natale.
Gli Architetti medievali che costruirono le Cattedrali Gotiche ravvisavano nel pentalfa il valore numerico del Numero d’Oro (1,618) con cui nelle costruzioni stabilivano il rapporto di 3 a 5.
Le proporzioni del Numero d’Oro si ritrovano in tutto ciò che nell’uomo crea una sensazione di armonia e di bellezza e la loro utilizzazione è di grande fecondità. Questo segno dinamico della Natura e dell’Uomo, però, non tocca i “piani superiori”. Solo i cerchi che se ne dipartono, tracciati dal “Compasso dello Spirito”, permettono di giungervi.

«…la Stella Fiammeggiante è il centro da cui s’irradia la vera luce». – Guillemai de Saint Victor





“In che modo la stella a cinque punte offre la sua protezione?” chiesi dopo che Kostas e Crysanthos si furono calmati.
“Tutte le volte che ti trovi in una situazione difficile” rispose Kostas mentre continuavamo a passeggiare tranquillamente su e giù per la passeggiata, “cerca di vedere te stesso coperto di una luminosità completamente bianca e crea con la mente la stella a cinque punte”.
“Che cosa intendi per situazione difficile?”
“Voglio dire quando ti trovi davanti a un pericolo psiconoetico che viene dall’ambiente in cui vivi tutti i giorni, come persone che ti assalgono con i pensieri e i sentimenti, oppure pericoli provenienti da intrusioni simili che vengono da altre dimensioni psiconoetiche”.
“Kosta, ci puoi spiegare più precisamente come costruire una stella a cinque punte?”, chiese Crysanthos. Kostas pensò per alcuni secondi, tirò un paio di boccate dalla pipa e cominciò a rispondere a Crysanthos.
“Accertati”, disse, “che la punta più alta sia sopra la testa. Le due punte orizzontali devono coprire interamente le braccia distese come se fossero la parte orizzontale di una croce. Le estremità delle punte devono coincidere con l’estremità delle mani. Le altre due punte della stella devono contenere le gambe divaricate e la loro estremità coinciderà con i piedi”.
“Suppongo” dissi “che ci dobbiamo immaginare in piedi con le braccia aperte e le gambe divaricate, come nel disegno classico di Leonardo da Vinci”.
Esattamente. La stella a cinque punte è il simbolo del mondo psichico. È anche il simbolo del trasferimento della coscienza umana dai cinque sensi ai cinque supersensi”.
“In che modo la stella a cinque punte è una forma di protezione diversa dalla luminosità bianca a forma di uovo che visualizziamo intorno a noi durante la meditazione?” chiese Crysanthos.
“La stella a cinque punte è più concreta. Quando siete all’interno della stella a cinque punte nulla, proprio nulla, vi può toccare. L’unica cosa che può vincere la stella a cinque punte è la stella a sei punte. Ma chiunque sappia usare la stella a sei punte, può operare solo per il bene ed esprimere solo amore. Capite?”
“Vorresti dire che una persona malvagia può manipolare una stella a cinque punte?” chiesi.
“Sì” rispose Kostas, “ma una persona malvagia userà una stella a cinque punte rovesciata, che è il simbolo di lucifero. Nel momento in cui un Cercatore della Verità si riveste della stella a cinque punte, nessun pensiero negativo o influenza negativa può avere alcun effetto su di lui”.
“Stai dicendo, se capisco bene”, dissi, “che chiunque usi la stella a cinque punte nel modo appropriato invoca i poteri di protezione”.
“Ma certamente, la stella a cinque punte è in sé un’invocazione”.
“Dobbiamo costruire la stella a cinque punte con gli occhi chiusi?” chiesi.
“Costruiscila mentalmente, in qualunque modo ti piaccia” rispose Kostas. Passò quindi a dimostrare con alcuni movimenti corporei come dovevamo disegnare su noi stessi le linee per costruire il talismano noetico.
Mise la pipa su una panchina e si guardò intorno per vedere se c’erano persone sulla passeggiata. Voleva essere sicuro che nessuno ci osservasse mentre facevamo strani movimenti per cercare di imparare la tecnica mentale adatta a formare una protezione spirituale e psichica.
Nessuno era in vista. Kostas era in piedi immobile rivolto verso il mare e la luna che stava sorgendo. Divaricò quindi le gambe e allungò il braccio sinistro sulla sinistra e il braccio destro in alto. Rimase in quella posizione per alcuni attimi aspettando che lo imitassimo seguendo i suoi movimenti.
“Ora iniziate dal punto alto sopra il braccio destro. Incominciate a disegnare la linea che congiunge quel punto con la parte posteriore della gamba destra. Okay?”
Seguimmo le sue istruzioni goffamente. “Ora fate partire mentalmente una linea da quel punto dietro la gamba e portatela all’estremità della mano sinistra. Ora portate la linea dall’estremità della mano sinistra all’estremità del braccio destro tenendo ambedue le mani distese”.
“Ora dovete disegnare la linea dell’estremità della mano destra alla fine della gamba sinistra e poi portate la linea sopra la testa a congiungersi nel punto di partenza”.
“Ora avete completato la stella a cinque punte!” Kostas tornò in posizione normale.
“Fatelo ancora una volta” ci disse. Dopo alcuni tentativi Crysanthos e io eravamo sicuri di aver imparato il modo di disegnare la stella a cinque punte e porci al suo interno. Kostas spiegò che quando volevamo creare la stella a cinque punte, non avevamo bisogno di stare in piedi e muovere gli arti nel modo in cui ci aveva appena mostrato. Dovevamo fare quei movimenti mentalmente, disse. Altrimenti correvamo il rischio di non essere capiti, con possibili conseguenze spiacevoli.
“È necessario tracciare le linee mentalmente?” chiesi, “o è sufficiente visualizzare noi stessi all’interno della stella a cinque punte?”
“No, il potere protettivo della stella a cinque punte viene attivato nel momento in cui viene tracciata. Non è sufficiente immaginarsi all’interno di essa. Disegnando ripetutamente questo elementale protettivo, poiché state creando realmente un elementale, gli date energia, solidità e sostanza. Poi, una volta che è formato, vi potete semplicemente focalizzare su di esso e sarà a disposizione per darvi protezione in qualunque momento”.
Feci notare che mentre eravamo nel teatro avevo costruito la stella nella maniera sbagliata, senza tracciare le linee. Kostas mi rassicurò che trovandomi insieme a lui, in realtà non avevo nulla da temere per la possibile presenza di furie demoniache.
“A parte il fatto”, disse, “che l’Erevna comunque vi protegge. Ma se per qualche ragione fortuita vi capitasse di incontrare un anapodos (una stella a cinque punte rovesciata), rimanete semplicemente all’interno della stella a cinque punte e in questo modo gli anapodos non potranno toccarvi”.
“Com’è possibile?” chiesi.
“L’uno blocca all’interno l’altro in questo modo”. Kostas portò le mani avanti intrecciando le dita. “La sommità della vostra stella a cinque punte penetra l’anapodos e neutralizza il suo potere.”
Chiesi a Kostas di chiarire ulteriormente da che tipo di pericoli poteva proteggerci la stella a cinque punte. Ci spiegò che ogni volta che sperimentiamo una minaccia psiconoetica, come cattive vibrazioni provenienti da qualunque fonte o pericolo incontrato nei sogni coscienti, la stella a cinque punte è la migliore protezione. “Nel momento in cui notate, in forma di visione o nella forma di un simbolo, gli anapados” disse Kostas “entrate immediatamente nella stella a cinque punte. Ma, ribadisco, poiché siete iniziati dell’Erevna, avete comunque una protezione”.
Conoscere queste protezioni è una cosa importante per un Ricercatore della Verità, aggiunse Kostas, quando cominciamo ad aprire i centri psiconoetici o chakra, disse, dobbiamo essere pronti a proteggerci da eventuali intrusioni malefiche provenienti da altre dimensioni.
Kostas aveva detto ripetutamente che avere i chakra chiusi è una forma di protezione; “il corpo è il nostro castello” diceva di solito. Aprire i centri psiconoetici prematuramente, prima di essere padroni di emozioni e pensieri, potrebbe esporci a vibrazioni negative e a elementali che potrebbero disturbare il nostro equilibrio mentale ed emotivo.
Eravamo talmente immersi nella discussione che non ci eravamo accorti che erano già passate le nove di sera. Avevamo camminato su e giù per la passeggiata per più di un’ora. Augurai la buonanotte a Kostas e Crysanthos e camminai in fretta lungo la strada che costeggia il mare verso la casa dei miei suoceri.




Credits to:
- Visione Alchemica -

e dal libro: Fuoco nel cuore di Kyriacos C. Markides





venerdì 2 maggio 2014

"Queen Mab" - Il poema di Shelley




Poesia:

"La Regina Mab"
di Percy Bysshe Shelley

- Dedicato ad Harriet -




"Di chi è l'amore che, fulgido sul mondo
devia del suo schema il dardo avvelenato?
Di chi la calda lode benigna,
premio dolcissimo della virtù?
Sotto quei sguardi l'anima mia ridesta
più fida al vero e ardimentosa crebbe
Quale pupilla col cuor fissai,
e amai più forte l'umanità?
La tua, Enrichetta, che più pura idea
fosti dell'anima e ispiratrice al canto;
Tuoi questi incolti fiori novelli
sono, benché il serto testo e da me.
Pegno d'amore, quindi al seno stringilo
e credi pur che per quanto mutino i tempi,
e gli anni scorrano, ciascun fiore
nel mio cuor colto, sarà consacrato a te.


Canto I


Come é meravigliosa la Morte:
la Morte, e il Sonno fratelli!
Pallida, come la luna,
che muore così lontano,
di un livido bluastro,
la bocca ha l'una;
rosato l'altro, quando
al mattino, incoronato dalle onde
dell'Oceano, la terra arrossa.
Pur che mirabile transito
fanno la Morte e il Sonno!
Che forse fu il suo spirito
innocente rapito da la fosca
Dea che impera su i tumuli corrotti?
Periranno quelle grazie
del suo volto divine,
che amor spirano ed estasi
di palpiti profondi;
quelle vene azzurrine,
che si celano lievi,
qual rivoli serpeggianti
sotto un campo di nevi;


quel profilo seducente,
fulgido di bellezza,
quale marmo vivente?
Dovrà lo spirito infetto
della caducità, nulla di questo
divino volto lasciare,
tranne che i rifiuti e la rovina?
E non salvar null'altro
che un lugubre soggetto
su cui moralizzare
possano i cuori leggeri?
Oppure soltanto i sensi
una soave sonnolenza occupa,
che il respiro della rosata aurora
ricaccia nelle tenebre?
Si risveglierà ancora
lanthe e di gioia colmerà quel seno
fedele, il cui spirito vigile aspetta
per cogliere dal suo sorriso luce,
vita e rapimento?
Si, desterà ancora,
benché le membra sue tiepide, inerti
siano, e tacita quella
bocca soave, che faconda prima
col suo respiro d'una tigre l'ira
calmata avrebbe, e d'un tiranno sciolta
L'anima irrigidita.
Gli occhi suoi rugiadosi
son chiusi, e sul tessuto cosi tenue
delle palpebre, che celano appena
appena il raggio nero-celestino
dei globi luminosi,
posa il Sonno bambino.
Ombrano le trecce d'oro
la purità superba
del seno, inanellate
come viticci di una pianta parassita
su colonna di marmo.

Udite! Da dove viene quel suono frenetico?
Così simile alla strana melodia
di un turbine che spazza e gira intorno
alle deserte rovine,
quando spira il vento dall'Occidente,
e le onde del mare tempestoso
risuonano nella sera, l'eco che giunge dal lido;
più fiero delle note confuse, che la lira
invisibile dei boschi e della valle,
tocca da i geni della brezza, diffonde.
Fluttuante sopra onde di musica e di luce,
ecco, il carro s'avanza della Fata Regina!
I corsieri celesti fendono l'aria indocile;
della Regina al cenno se fermano. Tali fibrose
e fermano ubbidienti le redini di luce.
La Regina maliosa li spinse
dentro, spargendo d'intorno
l'incanto, e, dall'etereo carro
graziosamente declina,
trattenne muta lo sguardo
su la vergine assopita.
Agile la figura della Fata,
agile era, qual nube
che sorprende i più pallidi colori
del giorno, quando cede
a la notte la sera;

lucida, come quel fibroso velo
appare, quando si vestono le stelle
di fugaci splendori.
La sua sottile forma nebulosa
veleggiava col tremito dell'aria.
S'alzavano d'intorno melodie,
simili ai dolci mormorii
degli odorosi venti
al risvegliarsi della Primavera,
e ne vibrava tutta
la stanza e il cielo della mezzanotte.


Disse: "Lo Spirito supremo conosce quanta Vergine divinità
é in te, ed a te svelerà il vero che solo vedono i savi, che trovano
nella luce del loro pensiero la loro beatitudine. Tu
sdegni costumi, fede e potere, non ascolti e sei pronta a difendere
ed a portare la luce. Dal profondo sacrario di natura ti
venga la forza per impugnare la fiaccola ardente. Dirai ciò
che vedi e senti: Anima, staccati dal tuo carcere terreno!"


REGINA MAB.

Tacque: e dal muto, immobile
corpo un'Anima raggiante
sorse, nella sua nuda
purità tutta bella.
Sopra il letto giaceva
il corpo avvolto nei ciechi
abissi del sonno.


Anima, che scendesti tanto in fondo;
Anima, che volasti tanto in alto;
tu, sicura e gentil la grazia accetta
al tuo merito dovuta;
ascendi il carro con me.


ANIMA
"Forse io sogno? ed è questa
sensazione novella
una larva del sonno.
Se, in vero, io sono un'Anima
libera, da la carne
anima disunita,
parlami ancora."

FATA
"Sono la Fata Mab custode dei segreti; conosco il bene
e il male che è nel cuore dell'uomo; il presente, il passato e il
futuro. Prevedo ogni evento ed ho il potere di dare la luce
agli uomini, che troveranno la felicità, premio della virtù....continua"







Credits to:
Trad. Di Antonio Calitri
Immagine: The fairy of the moon di Hermann Kaulbach
scritto da Alba per www.demetra.org