La magia nelle parole di
William Butler Yeats
EGLI DESIDERA IL TESSUTO DEL CIELO
“Se avessi il drappo ricamato del cielo, intessuto dell’oro e dell’argento e della luce, i drappi dai colori chiari e scuri del giorno e della notte dai mezzi colori dell’alba e del tramonto, stenderei quei drappi sotto i tuoi piedi: invece, essendo povero, ho soltanto i sogni; e i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi; cammina leggera, perché cammini sui miei sogni.”
- William Butler Yeats -
Immagine: Auguste Raynaud
La Nuit
L'ISOLA DEL LAGO D'INNISFREE
"Io voglio alzarmi ora, e voglio andare, andare ad Innisfree, e costruire là una capannuccia fatta d’argilla e vimini: nove filari e fave voglio averci, e un alveare, e vivere da solo nella radura dove ronza l’ape.
E un po’ di pace avrò, ché pace viene lenta, fluendo stilla a stilla dai veli del mattino, dove i grilli cantano; e mezzanotte è tutta un luccicare, ed il meriggio brilla come di porpora, e le ali dei fanelli ricolmano la sera.
Io voglio alzarmi ora, e voglio andare, perché la notte e il giorno odo l’acqua del lago sciabordare presso la riva con un suono lieve; e mentre mi soffermo per la strada, sui marciapiedi grigi, nell’intimo del cuore ecco la sento."
William Butler Yeats, da "La Rosa"
Immagine: Alphonse Osbert (1857-1939)
La quiete dell’acqua
LA CANZONE DI AENGUS L’ERRANTE
"Andai in un bosco di nocciòli perchè un fuoco mi bruciava nella testa, e tagliai e pelai una verga di nocciòlo, ed attaccai una bacca in fondo a un filo; e quando le bianche falene si levarono sull'ali e vacillando vennero come falene le stelle, gettai la bacca in un ruscello e pescai una piccola trota d'argento.
Quando l'ebbi posata sul suolo soffiai sul fuoco per ravvivarlo, ma qualcosa sul suolo si agitò, e qualcuno mi chiamò per nome: la trota s'era fatta una splendida fanciulla con fiori di melo fra i capelli, che mi chiamò per nome e corse via e scomparve per l'aria scintillante.
Sebbene errando mi sia fatto vecchio, errando per valli e colline, scoprirò dove mai se n'è fuggita, e bacerò le sue labbra, le prenderò le mani; e coglierò, finché i tempi non siano finiti, le mele d'argento della luna, le mele d'oro del sole."
- William Butler Yeats -
Immagine: Alexander Mann (1853-1908)
Il lungo lamento delle canne al tramonto
LA MASCHERA
«Via quella maschera d'oro fiammeggiante con occhi di smeraldo.»
«Oh, no, mio caro, hai troppa presunzione se vuoi scoprire se i cuori siano ribelli e saggi, e tuttavia non gelidi.»
«lo vorrei solo scoprire quel che c'è da scoprire, se tradimento o amore.»
«Ma fu certo la maschera a turbare il tuo pensiero, e a farti palpitare, non ciò che essa nasconde.»
«Ma io devo indagare per capire se tu mi sei nemica.»
«Oh, no, mio caro, lascia tutto questo; che importa, purché ci sia fuoco in te, in me?»
- William Butler Yeats -
Immagine: Alexandre Cabanel (1823-1889)
La bella mascherata
LA' NEI GIARDINI DEI SALICI
"Fu là nei giardini dei salici che la mia amata ed io ci incontrammo; ella passava là per i giardini con i suoi piccoli piedi di neve. M’invitò a prendere amore così come veniva, come le foglie crescono sull’albero; ma io, giovane e sciocco, non volli ubbidire al suo invito.
Fu in un campo sui bordi del fiume che la mia amata ed io ci arrestammo, e lei posò la sua mano di neve sulla mia spalla inclinata. M’invitò a prendere la vita così come veniva, come l’erba cresce sugli argini; ma io ero giovane e sciocco, e ora son pieno di lacrime."
- William Butler Yeats -
Immagine: Robert Fowler (1853-1926)
Fantasticheria
A UNA FANCIULLA CHE DANZA NEL VENTO
"Danza laggiù sulla riva; perché ti dovresti curare del vento o del ruggito delle acque? Libera i tuoi capelli umidi di salsedine; sei troppo giovane per aver conosciuto il trionfo dello sciocco, o l'amore perduto non appena conquistato, o la morte del miglior lavoratore mentre tutti i covoni sono rimasti ancora da legare. Perché dunque dovresti temere il mostruoso gridare del vento?"
William Butler Yeats, da “Responsabilità”
Immagine: Sir John Lavery (1856-1941)
Arianna
IL FANCIULLO RAPITO
"Laggiù dove i monti rocciosi di Sleuth Wood si tuffano nel lago, laggiù si stende un'isola fronzuta dove gli aironi svegliano, sbattendo le ali, i sonnolenti topi d'acqua; laggiù abbiamo nascosto i nostri tini fatati, ricolmi delle bacche e delle più rosse ciliege rubate. Vieni, oh fanciullo umano! Vieni alle acque e nella landa con una fata, mano nella mano, perché nel mondo vi sono più lacrime di quanto tu non potrai mai comprendere.
Laggiù dove l'onda del chiaro di luna risveglia riflessi luminosi nelle grigie e opache sabbie, lontano, là presso la lontana Rosses, tessendo noi danziamo tutta la notte le più antiche danze, intrecciando le mani e intrecciando gli sguardi finché la luna non abbia preso il volo; e avanti e indietro balziamo e inseguiamo le bolle spumeggianti, mentre il mondo è ricolmo di pene e dorme un sonno ansioso. Vieni, oh fanciullo umano! Vieni alle acque e nella landa con una fata, mano nella mano, perché nel mondo vi sono più lacrime di quanto tu non potrai mai comprendere.
Dove l'acqua zampilla, vagabonda, dalle colline sopra Glen-Car, nei laghetti fra i salici dove a stento una stella potrebbe bagnarsi, cerchiamo le trote assopite e bisbigliando ai loro orecchi doniamo ad esse sogni inquieti; lievemente sporgendoci dalle felci che versano le loro lacrime sui giovani ruscelli. Vieni, oh fanciullo umano! Vieni alle acque e nella landa con una fata, mano nella mano, perché nel mondo vi sono più lacrime di quanto tu non potrai mai comprendere.
E' con noi che egli viene, il fanciullo dall'occhio solenne: mai più potrà udire i muggiti dei vitelli sui tepidi pendii o la teiera sul focolare cantargli la pace nel petto, o vedere i sorci bruni che corrono attorno alla madia. Perché egli viene, il fanciullo umano, viene alle acque e nella landa con una fata, mano nella mano, da un mondo in cui vi sono più lacrime di quanto egli potrà mai comprendere."
- William Butler Yeats -
Immagine: Herbert James Draper (1863-1920)
La mattina della vendemmia
Credits to:
- Occhio Fantastico -
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