Karma:
Liberarsi dai
pesi del passato!
- Prima Parte -
[…]
Karma deriva da agire ed
è in stretta relazione con le leggi scientifiche della fisica come il nostro
caro “principio di azione e reazione“;
ossia ogni volta che applico una forza questa mi torna indietro uguale e
contraria; ciò vale per le azioni negative che compio, ma anche per le azioni
positive (l’effetto torna all’artefice).
La legge di gravitazione universale possiede
anche degli ottimi spunti per decodificare la legge del karma, ogni qualvolta
lancio un oggetto verso l’alto questo ricadrà inevitabilmente a terra, attirato
dalla forza di gravità.
Diciamo che l’universo stesso è pervaso di principi che tendono
all’ordine e all’armonia, principi che non possono essere rotti poiché sono
leggi universali, ciò che agli occhi della persona comune appare come un disastro,
un momento difficile da superare, davanti a colui o colei che si accinge ad
esplorare la legge di causa effetto appare come un ri-bilanciamento di forze
momentaneamente uscite, o fatte uscire, da binari armonici di azione e vita.
Prima di addentrarci nel vivo dell’articolo,
la legge karmica ovviamente considera anche il mio pensiero come un’azione.
Un’azione sicuramente più sottile di una compiuta attraverso il corpo ma che
sicuramente ha il suo impatto, ci sono persone infatti che con la “forza del
pensiero” possono far ammalare altra gente fino a farla morire, altre,
fortunatamente, riescono, con la forza della loro mente, a guarire altri
soggetti anche da malattie dichiarate incurabili dalla medicina allopatica.
Saldo
karmico
Quello che siamo adesso, quello che sei ora,
nel momento in cui leggi questo articolo è il risultato, il frutto presente
delle conseguenze delle scelte che hai compiuto nel passato. La legge karmica
ci mette davanti a noi stessi… non è proprio facile capirla ed apprezzarla. Ci
fa vedere come, se siamo finiti in una buca, è più o meno responsabilità
nostra.
Ma proprio perché è mia responsabilità ho
fortunatamente la possibilità
di liberarmi da ciò che ho creato, ho la possibilità di capire e comprendere la
situazione attuale e venirne piano piano fuori, a questo possiamo dare il nome
di saldo karmico.
E ne esistono di due tipi, in questo
contesto. Il primo è il saldo karmico attraverso la sofferenza: devo capire che
liberarsi da qualcosa significa
ri-acquisire ciò che ho perduto, lasciando andare ciò che adesso m’imprigiona.
A livello spirituale, ciò che ho perduto e
che non mi fa sentire felice si riferisce non tanto a cose materiali quanto, in
prima battuta, a delle facoltà
del mio essere, delle mie innate qualità
che mi permettono di gioire e godere della mia vita, delle circostanze, ho
perso la memoria del mio sé, attraverso determinate scelte e conseguenze ho
perso: la mia identità.
E come faccio a riacquisirla?
Ecco che i momenti di crisi possono essere
benvenuti perché purtroppo è proprio nel dolore che l’anima si ricorda di
qualcosa. È nell’assenza
di qualcosa che me lo vado a ricordare, proprio perché non ce l’ho più. A volte
può essere troppo tardi e quel disagio che si prova mi aiuta, seppur in maniera
amara, a capire ciò che davo per dovuto.
La sofferenza quindi è l’amara medicina che
ha lo scopo di rimettermi-in-carreggiata e, come si diceva, provo dolore quando
non pongo la giusta attenzione a ciò che già possiedo, sviluppo il sentimento
di dare-per-scontato ciò di cui mi circondo e, ad un certo punto, quello
sparisce!
La scomparsa è necessaria affinché mi svegli dal sonno in cui sono
piombato.
Significa iniziare a capire, focalizzarsi
sul fatto che, quando sto soffrendo, soffro a causa di una perdita dovuta ad
una precedente cecità, mancanza d’accortezza o qualsiasi altra buona cosa. E
quel dolore mi sta aiutando a
realizzare tale mancanza d’attenzione e sta resettando il mio animo per il
futuro.
- Marco De Biagi, 26 Gennaio 2012 -
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