Il Sacro Graal, Arild Rosenkrantz

Il Sacro Graal, Arild Rosenkrantz
Nella divinità del mondo
troverò me stesso
in essa io riposo
risplende la divinità dell'anima mia
nel puro amore per tutti gli esseri,
risplende la divinità del mondo
nei puri raggi della luce.
-R.Steiner-

giovedì 15 agosto 2013

Le festività d'Agosto dei romani...




Il Ferragosto e la nostalgia
del Paradiso Perduto




    La festa più calda del ciclo dell'anno porta anche essa l'impronta del talento organizzativo dei Romani. Nel 18 avanti Cristo, l'imperatore Augusto decise di porre ordine in una serie di festività sparpagliate lungo il mese che in seguito avrebbe preso il suo nome: Agosto. Le "ferie di Augusto" non rappresentavano pertanto una innovazione, ma piuttosto una razionalizzazione del calendario religioso latino. Si protraevano per una quindicina di giorni e culminavano il 15 di Agosto. Roma non era ancora una città con fama di indolenza. Ma nella capitale dell'impero, in quel giorno anche i più solerti ottemperavano al gradito ordine di darsi una calmata.I banchetti, le bevute, gli eccessi erano considerati leciti in quei giorni di estrema calura. Nel momento più caldo dell'anno era permessa la trasgressione alla norma che regola la quotidianità, esattamente come era considerata lecita la trasgressione durante i Saturnalia (coincidenti con il nostro Capodanno) nel momento più freddo dell'anno. Alla festività del giorno di ferragosto partecipavano anche i servi: la trasgressione travolgeva le regole ferree della stessa stratificazione sociale. Nel folklore delle città d'Italia è rimasta più di una traccia dell'antica maniera di celebrare la festa. Durante i festeggiamenti di metà Agosto, in tutto l'impero si organizzavano corse di cavalli. Gli animali da tiro, asini e muli, venivano dispensati dal lavoro e agghindati con fiori: le "ferie" si estendevano allo stesso mondo animale. Il palio di Siena, che si svolge il 16 agosto, porta traccia di questa letizia pagana che libera gli animali dal giogo e dalla soma, per scatenarli nella corsa.Il palio medievale è consacrato alla Vergine Assunta, perché appunto a Ferragosto la Chiesa Cattolica celebra l'Assunzione di Maria, l'ascesa al cielo del suo corpo glorioso. Qui sembrerebbe essere avvenuta una frattura tra il licenzioso Ferragosto pagano e la festività cristiana consacrata alla più pura delle creature umane.In realtà, uno storico delle religioni coglierebbe più di un motivo di continuità tra i riti pagani di Agosto e la successiva celebrazione di Maria Assunta. Nel mese di Agosto il calendario dei romani allineava una serie di date consacrate a divinità della terra, della fecondità. Il primo di agosto si celebrava la Dea Speranza. Il cinque agosto la Dea Salus, garante della prosperità del popolo romano. Il nove di agosto, alle più alte temperature dell'anno, si onorava il Dio Sol Indiges, il Sole considerato come antenato ("indiges") della stirpe latina. Il dodici di agosto si accendevano le lampade in onore della dea Iside: qui siamo di fronte a un culto non originario dell'Italia, proveniente dall'Oriente. Iside porta in braccio un fanciullo divino: straordinaria prefigurazione di ciò che in seguito sarebbe divenuta la Madonna col Bambino. Autoctona era invece Diana, la dea delle selve che si celebrava il 13 di agosto. In quella data, servi e padroni si recavano insieme al tempio sull'Aventino e poi nei boschi per pic nic ante litteram. Nello stesso giorno si festeggiava anche il dio Vortumno, colui che faceva maturare i frutti.La coerenza logica di tutti questi appuntamenti religiosi è evidente: nel mese più caldo, la terra si prepara ad offrire la pienezza dei frutti. L'uomo partecipa alla gioia della fruttificazione e rende grazie, rivolgendosi a divinità che sembrano propiziare l'eterno perpetuarsi della prosperità. Alcune divinità sono astratte: la "Salute", la "Speranza". Altre sono più carnali e proprio queste assumono volto di donna e di madre. Se Diana esprime un tipo di femminilità guerriera, inavvicinabile, anche violenta; Iside già incarna il modello di "madre dolcissima" che nei millenni successivi sarebbe stato identificato in Maria. Nel folklore popolare, nelle stesse attribuzioni teologiche il passaggio da Diana e Iside a Maria Madre di Dio è stato facile. Anche Franco Cardini , occupandosi di feste agostane, ha sostenuto che l'origine del culto mariano che le caratterizza sarebbe da ricercarsi negli antichi culti della dea egizia Iside o della "Gran Madre" mediterranea. Interessanti sono anche i anche i riferimenti astrologici. Tutti gli anni, intorno ai giorni di Ferragosto si verifica la "levata eliaca" di Sirio. Accade cioè che la "Stella del Mattino" per la prima volta nel corso dell'anno diventa visibile appena prima dell'albeggiare, del sorgere del Sole ("Elios" in Greco). E la Stella del Mattino che si leva nel cielo purissimo dell'aurora, quando le tenebre della notte si convertono in un azzurro sereno, fu identificata dai popoli del Mediterraneo prima con Iside, poi con Maria di Nazareth.

Superato il momento "drammatico" della Pasqua, gli occhi dei cristiani cominciano a rivolgersi al cielo. Nel giorno dell'Ascensione Cristo ascende al Cielo, a Pentecoste lo Spirito Santo si manifesta in Cielo come fiamma di fuoco e discende sul capo degli apostoli, a Ferragosto la Madonna stessa è assunta in Cielo. Nel ciclo dell'anno si pongono così due poli opposti: nel momento più freddo dell'anno (Natale, Solstizio d'Inverno) gli occhi sono rivolti alla grotta, alla cavità della terra nella quale si incarna il Dio Salvatore. Nei mesi caldi in cui irrompe la forza della natura, gli occhi si rivolgono al Cielo per celebrare il pieno trionfo delle forze divine. Cristo, vinta la Morte, ascende al Cielo. Maria, sua madre, è assunta in cielo.Nel modo "profano" di celebrare la festa di Ferragosto vi è qualcosa che riflette questi antichi contenuti sacrali? Sembra difficile abbinare alle scorpacciate di anguria, alla totale indolenza di Ferragosto qualcosa di "mistico". E tuttavia, direbbe Eliade, la "nostalgia" che caratterizza psicologicamente il Ferragosto è una nostalgia "religiosa". Nell'Estate la vita trionfa nel mondo naturale e anche tra gli uomini: le malattie sono ridotte. Il sistema immunitario non deve difendersi dai nugoli di infezioni che cominciano ad assediarlo a partire da autunno. Lo stress del lavoro, delle preoccupazioni quotidiane viene accantonato per un attimo. Le città – simbolo della tormentata storia umana – sono abbandonate. L'assoluto riposo che si insegue nei giorni di Ferragosto esprime la nostalgia di quel "paradiso terrestre", che le tradizioni religiose pongono al principio della esperienza umana, chiamandolo Eden o Età dell'Oro. Sono i giorni del sonno e del sogno; gli amori estivi sbocciano e volano via come fiori onirici. Il calore che abbronza i corpi degli uomini sembra anche sottrarli alla "terrestrità" della vita quotidiana.Ovviamente, tutto ciò non dura che un attimo. Per questo, Ferragosto oltre ad esprimere una nostalgia (per una condizione perduta di assoluta letizia) esprime anche la malinconia per l'estate che giunta al suo culmine si rovescia. "La prima acqua di agosto è inverno" recita uno dei più pessimistici proverbi metereologici. Può non esser vero dal punto di vista climatico, ma lo è sicuramente sotto il profilo psicologico: superato il punto di massima spensieratezza del ferragosto, le preoccupazioni individuali e familiari, le incombenze cittadine ritornano. Basta una pioggia di fine agosto per dissolvere il sogno di mezza estate.Certamente, la delusione è più grande per chi aderisce ad una concezione "laica" del divenire. Chi invece partecipa al corso dell'anno con un sentimento religioso sa bene che il momento della festa è reso più gioioso dalla coscienza di aver compiuto i propri doveri e dalla consapevolezza di dover presto tornare ad assumersi le proprie responsabilità.




    Nelle feste del folklore cattolico la gaiezza pagana si mescola peraltro al riferimento ai valori etici della religione. A Sassari la "processione dei candelieri" del 14 di Agosto rinnova il voto di devozione alla Vergine, che salvò la città dalla peste. A Porto Santo Stefano, in Toscana, il palio marinaro dedicato alla Assunta fa da pendant acquatico al più noto palio di Siena che si svolge a distanza di poche ore. Nel reatino e nell'aquilano, le celebrazioni prevedono danze e falò nella notte. Nei giorni più caldi dell'anno, la vita sboccia in tutta la sua allegria nelle ore notturne. Il falò – che è un elemento caratterizzante delle feste del solstizio d'estate – ritorna ad essere acceso a ferragosto. I ragazzi che d'estate si riuniscono con la chitarra attorno ai fuochi sulla spiaggia forse non sanno che stanno perpetuando in forma più "sentimentale" comportamenti rituali europei che risalgono all'età del neolitico.Ovviamente, se di notte si sta svegli all'aperto gli occhi ancora una volta si volgono in alto: alle stelle. Il cielo incombente di Agosto accende per un attimo il sentimento estatico di contemplazione anche nell'intelletto più prosaico. I segni zodiacali dell'estate: il Leone e la Vergine sono riferiti dalla tradizione medievale appunto a Gesù e a Maria. Cristo è "il leone di Giuda", Maria è la Vergine destinata ad realizzare le profezie dell'Antico Testamento e quelle "pagane" di cui si fece portavoce Virgilio nella IV Ecloga (Giunge l'ultima età del vaticinio cumano/ecco la Vergine, ecco l'età dell'Oro/una generazione divina discende dal cielo... il fanciullo che sta per nascere/con lui cesserà l'età del Ferro, ritornerà l'Età dell'Oro). Nei giorni di ferragosto, secondo la simbologia astrologica, il Sole transita appunto dalla regione del Leone a quello della Vergine. Finisce l'estate e incominciano i tempi che preparano il Natale. Significativa per cogliere questa relazione di affetto e di rispetto mistico tra la Madre ed il Figlio è la processione di Tivoli, detta dell' "inchinata". Il giorno di Ferragosto da due diversi punti della città escono le statue della Madonna e del Salvatore: a un certo punto si incontrano sotto due archi di mortella e si inchinano l'una in direzione dell'altra. Il figlio si inchina alla madre e la madre al figlio. Dalle ancestrali tradizioni del Mediterraneo una apoteosi del "mammismo" italico...Più cupi e sanguinari sono i riti settennali dei Battenti che si svolgono a Guardia Sanframondi nel Beneventano. Ogni settimana subito dopo Ferragosto, si ripetono una serie di sacre rappresentazioni che culminano nella processione dei battenti: i penitenti in saio bianco e cappuccio escono dalla Basilica dell'Assunta, con in mano un croce e un cilicio di sughero irto di aculei. Usciti dalla Chiesa procedono in un primo momento all'indietro, per non volgere le spalle alla vergine. Si battono il petto fino a far uscire il sangue. L'emozione di coloro che partecipano e anche di quelli che assistono è intensa: l'elemento sangue una volta evocato non lascia indifferenti gli uomini. Anche qui siamo di fronti a riti ancestrali dell'area del Mediterraneo: in Europa sono quasi del tutto scomparsi, perché il cristianesimo – checché ne pensino i suoi detrattori – non ha mai incoraggiato più di tanto queste forme estreme di "penitenza", ma in aree del Vicino Oriente islamico esse si perpetuano e si caratterizzano oggi per una rinnovata carica aggressiva: pensiamo ai "battenti" dell'Iran che fustigandosi, mostrano la loro seria intenzione di versare il sangue (proprio? altrui?) in nome dell'Islam.Più amene la celebrazioni che Messina dedica al Ferragosto: vengono fatte sfilare le statue di due giganti a cavallo. O meglio: un gigante moro e una gigantessa nelle sembianze di una prosperosa donna bianca e incoronata. Sono i fondatori della città. Sfila anche un cammello, in ricordo del conte Ruggiero il Normanno che giunse in Sicilia proprio sul dorso di un cammello per compiere la conquista dell'isola ai danni degli Arabi che la occupavano. A conclusione dei festeggiamenti sfila la "Vara", una macchina votiva, alta più di tredici metri che porta in alto una statua della Vergine. L'altezza raggiunta dalla macchina esprime, nella carnalità della devozione popolare,il tema della ascensione di Maria al cielo. Nel maestoso cielo di metà Agosto.






Credits to:
Alfonso Piscitelli per
- La Scienza dello Spirito -





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