Il 22 Giugno 2012:
l'Energia della Maddalena ritorna!
di Laura
Bottagisio
Il 22 luglio è dedicato al ricordo di
Maria Maddalena. È il giorno in cui il Sole, nel suo percorso annuale
all’interno della Ruota Zodiacale, abbandona il Cancro ed entra in Leone. Questi
due segni sono i domicili dei due luminari, nel Cancro dimora la Luna sede dei
nostri desideri nascosti, capace di accompagnarci nelle emozioni più profonde;
in Leone si attiva invece l’energia proiettiva del Sole che rende palese ed
evidente ciò che la ricettività lunare fa affiorare dall’inconscio, e lo
riproduce nella realtà. Interno ed esterno comunicano grazie a questo scambio
continuo tra l’accogliere e l’operare, il dare e il ricevere, la destra e la
sinistra, il maschile e il femminile. Ben descritto dal simbolo del Tao, questo
movimento produce il divenire.
Il 22 luglio, giorno in
cui avviene il passaggio del Sole tra questi due segni, si determina un momento
di perfetto equilibrio tra queste due polarità. Come fosse un attimo di sospesa
temporalità, l’acqua lunare e il fuoco solare creano un passaggio, un varco
sull’eternità ove lo Spirito della Terra si coniuga con la Mater Celeste.
Maschile e Femminile, compenetrati in perfetto equilibrio, scambiano e si
fondono. Maria Maddalena, in quel giorno festeggiata, rappresenta il connubio
tra la forza creativa della Terra e la potenza fecondante del Cielo.
Ogni anno, in quel
giorno, solo il Sole si ritrova sempre nella stessa posizione e invece,
nell’incessante movimento planetario, le configurazioni celesti sono sempre
diverse.
Il 22 luglio 2009 è
avvenuto un novilunio, molto speciale, che ha prodotto un’eclissi totale di
sole. È stato un evento che ha dato linfa vitale a quel processo di elaborazione
e trasformazione del Femminile già da qualche tempo iniziato, poiché quando
durante un novilunio avviene l’eclissi, non è più il Sole che nasconde la Luna,
non è più il Maschile a oscurare il Femminile che normalmente si ritira nelle
sue profondità misteriose e magiche, ma viceversa è la Luna che oscura il Sole e
diventa lei la protagonista. Non si è trattato quindi solo di un fatto puramente
astronomico ma anche di grande portata energetica poiché ha dato la nota
iniziale di un canto che ora risuona vibrante in noi, un canto di rinascita e di
riconoscimento della Grande Madre che vive in noi, e per noi intona il suo
meraviglioso Suono.
Maria Maddalena, dalla
Chiesa relegata a ruolo di prostituta pentita, è allora rifiorita nella sua vera
essenza, e sempre di più incarna quel Femminile da tempo occultato. In questi
ultimi anni in cui l’onda del Femminile ha preso sempre più piede, Maria
Maddalena si è presentata a noi in una nuova veste che ne descrive l’integrità,
la forza interiore, la dignità, l’amorevole dedizione, il desiderio di far
propria la Volontà Suprema. Incarna la potenza della Terra che si riflette nel
Cielo quale Grande Dea, universale, matrice portante di ogni creazione.
Vestita di verde e di
rosso è la Madonna Nera di tellurica natura che ci può riportare agli antichi
splendori della Grande Dea poiché ultimo anello di una lunga collana di figure
mitiche che, susseguitesi lungo lo scorrere del tempo, hanno dato vita al grande
Archetipo Femminile e che, attraverso la ruota del tempo in cui civiltà sono
sorte e scomparse in un continuo divenire, l’hanno perpetuato fino a noi. Nella
nostra tradizione, prima di lei, altre dee hanno personificato questo Principio.
Andando a ritroso incontriamo Proserpina, Demetra, Iside, Isthar, figure mitiche
tutte legate da un filo conduttore che le colloca anche a contatto con l’Ombra,
il Buio ove dimora la Dea nel suo aspetto più arcano. La divisione tra la parte
luce della Dea Bianca e la parte tenebrosa della Dea Nera, avvenne invece in
tempi lontani al subentrare dell’onda di Patriarcale polarità, ma una e una sola
è la Dea e così deve ora ritornare ad essere per risanare quella ferita che ogni
donna, e ogni uomo, inconsciamente porta dentro di sé.
Per una legge perfetta
che vede alternarsi la notte e il giorno, lo Yin e lo Yang, secondo un modulo
che si riflette nell’infinito piccolo così come nell’infinito grande, la luce
della Grande Dea dapprima brillante d’oro e d’argento, si è sempre più
affievolita fino a che la sua essenza profonda, legata alla forza guaritrice
della Terra, è stata smembrata, soggiogata dalla supremazia maschile che l’ha
relegata a un ruolo minore e costretta a dimorare nella parte più nascosta
dell’anima, a volte trasformata in dea ‘furiosa’ dalla volontà distruttiva.
Facile è stato allora
misconoscere la sua intrinseca forza che ha come base, come input supremo,
l’accettazione della vita quale ciclo perenne di nascita-morte-rinascita
nell’incessante unione e divisione degli opposti, indispensabile quale
fondamentale movimento creatore di vita. E’ l’eterno ruotare dell’Ouroboros,
l’Anello-Serpente, il cerchio che aprendosi può disegnare un’onda, e come il
procedere del serpente nel suo moto sinuoso, perfettamente descrivere la
ciclicità. Questo riconoscimento conduce verso la piena consapevolezza del
Femminile quale scrigno prezioso in cui si compie il mistero della creazione, il
crogiolo dove si consuma quel processo in cui ogni cosa perde la sua identità
per assumerne un’altra, nuova e completamente diversa.
Alcuni anni prima, nel
2006, gli astronomi avevano catalogato due nuovi pianeti. Quando un pianeta
viene scoperto significa che l’essere umano è in grado di classificare l’Essenza
di cui quel pianeta è portatore, e integrarla consapevolmente in sé. L’astrologa
Lisa Morpurgo, grazie alle sue ricerche e ai suoi studi atti a decifrare lo
Zodiaco, già dalla fine degli anni settanta ne aveva dedotta l’esistenza e nei
suoi libri ne aveva descritto le caratteristiche fondamentali. Aveva così
identificato il primo pianeta trans plutoniano quale Archetipo della Grande
Madre nella veste di Proserpina, dea della Terra capace di sublimarne l’energia
e trasportarla dalle profondità uterine alla manifestazione visibile della
Natura, che ne incarna la bellezza e la potenza creativa. Questo pianeta è stato
dunque scoperto proprio nella nostra fase storica che vede la rinascita del
Femminile, il suo ciclo planetario è lunghissimo e non determina le generazioni
ma le ere. Al momento della sua scoperta, Proserpina era il nome che gli
astronomi gli avevano attribuito, ma in seguito lo hanno modificato in Eris,
archetipo femminile del conflitto e della discordia.
Che cosa impedisce ancora
al grande Archetipo della Madre di farsi palesemente presente nella nostra
coscienza ed essere quindi da noi vissuto nella sua piena espressione? Perché il
pianeta di recente scoperta che lo rappresenta non può essere nominato
Proserpina, dea della Terra, ma deve echeggiare come forza disgregante
attraverso il suono del nome Eris, dea della discordia?
In un ipotetico viaggio
attraverso lo Zodiaco, nella dialettica tra Ariete/Bilancia e Toro/Scorpione,
incontriamo due coppie di pianeti di opposta polarità che mettono in moto il
processo che crea la vita, sono Venere/Marte, Plutone/Proserpina. Venere e
Proserpina, femminili, governano Toro e Bilancia, Marte e Plutone, maschili,
sono signori di Ariete e Scorpione. Nella loro opposta complementarietà questi
pianeti vivono un vivace confronto, un dare e un avere in un rapporto davvero
avvincente, tra loro non vi è quel matrimonio dettato da regole ferree ma il
desiderio di unirsi in un abbraccio e diventare Uno. Si oppongono e si
attraggono, si prendono e si lasciano, si accoppiano, creano, e si abbandonano a
questa eterna danza. Venere e Proserpina diventano dunque la Coppa del Graal,
dove Marte e Plutone trovano il terreno perfetto in cui liberare, rilasciare,
depositare, il seme della vita. Su come questo avviene ci viene descritto e
tramandato da miti, favole, antichi racconti di saghe dove dei e dee
interpretano se stessi mossi da una Regia che sta al di là della scena. Questo è
il vero atto creativo che produce vita come momento evolutivo.
L’unione dei due principi
maschile e femminile è ben visibile in un disegno alchemico di Robert Fludd,
dove i due triangoli di luce e di buio si incrociano, si compenetrano e grazie
alla loro unione si crea al centro un sole di radiante energia. E il Serpente
compare nuovamente sulla scena quale grande simbolo di antica memoria che
descrive il magnetismo e l’attività dell’energia di Eros, e poiché nulla si crea
e nulla si distrugge, in realtà il Serpente rappresenta la TRASMUTAZIONE,
processo energetico che avviene nel crogiolo-utero, contenitore capace di
accogliere e permettere questa alchimia della vita.
Astrologicamente l’asse zodiacale che meglio rappresenta queste nozze alchemiche tra Plutone e Proserpina è quello di Toro/Scorpione, e descrive un matrimonio che anche in noi può avvenire tra la nostra parte maschile e quella femminile, lo Hieros Gamos che la forza dell’Eros produce nell’istante stesso in cui il Serpente si srotola dalla base della nostra colonna vertebrale, sua sede terrena, e prende la via del Cielo, le Nozze Sacre ci trasformano, diventiamo noi stessi l’Albero del Mondo. Questo movimento ascensionale dell’energia vitale non è conosciuto solamente nella tradizione orientale, dove è descritto come il risveglio di Kundalini, ma ben noto anche al popolo Maya e agli alchimisti della nostra tradizione mediterranea.
Maria Maddalena incarna quindi il Principio
femminile che si unisce al Principio cristico maschile da cui nasce una stirpe
di sangue regale, ed è venerata dai Templari quale Madonna Nera. Il culto della
Madonna Nera è fiorito in tutto il bacino del Mediterraneo laddove marcatamente
e maggiormente si era perso il profondo legame con la Terra, assolutamente
necessario ad ogni essere umano e ad ogni umana attività.
Le Madonne
Nere sono dunque riconducibili a quelle mitiche dee che evocano il lato non
visibile del Femminile e alla cui conoscenza anticamente si accedeva attraverso
riti iniziatici. Esse tengono nella mano un globo sormontato da una croce,
simbolo della Terra, e ci ricordano quanto inesauribile è il potere generativo
della Terra, dal suo grembo si sviluppa e si struttura ogni forma vivente.
Questo potere nasce dall’amore sempre presente con cui nutre il frutto da lei
stessa creato, copia perfetta di ciò che già è presente nella Cosmica Matrice,
nella Mater Dei, Volontà che opera ‘come in Cielo, così in Terra’.
Ogni aspetto del
Femminile, e quindi ogni dea, è riconducibile alle fasi del ciclo lunare, la
Madonna Nera può rappresentare il novilunio, momento iniziale dell’intero ciclo
quando l’energia femminile è saldamente radicata nella sua più intima e
profonda essenza, a stretto contatto con il cuore stesso della Terra. Il
novilunio così speciale del 2009 ha assunto quindi un valore incommensurabile
per traghettarci verso il Nuovo Piano di Coscienza.
Quest’anno 2012, il 22 luglio è preceduto
dalla luna nuova del 19 che si produce a 27° Cancro. La particolarità di questo
novilunio è che subito dopo la Luna entra in Leone e i due luminari si scambiano
i loro domicili creando così un ‘ponte aureo’ tra Maschile e Femminile per far
sì che dalla loro unione nasca il frutto d’oro, la creatura divina che è in noi.
È davvero significativo che nella meditazione condotta da Gigi Capriolo
dell’Istituto di Ricerche Cosmòs di Milano il 6 giugno, in occasione del
completamento della Stella di Venere di cui si è già ampiamente parlato, ci sia
stata donata un’acqua cosmica che si chiama Acqua del Bimbo Nuovo.
E altrettanto
significativo è che il 22 luglio la Luna, dopo tre giorni dal novilunio, si
trovi in Vergine, segno astrologicamente legato alla Francia. È risaputo che le
cattedrali gotiche costruite in Francia dai Templari, dedicate a Nostra Signora
riflessa nella figura di Maria Maddalena, disegnino esattamente la costellazione
della Vergine. E questa Luna diventa per noi un richiamo a portare attenzione,
dedizione e amore a ogni più piccolo dettaglio della nostra vita.
In questo giorno i
pianeti, tutti insieme, formano un’immagine che può rappresentare una culla per
meglio accogliere il Bimbo Nuovo, o una vela per traghettarci verso i lidi della
Nuova Terra, oppure…. ognuno secondo il proprio cuore vi può ‘vedere’ ciò che
più lo aiuta a trovare la sua Porta Aurea Interiore. Aprire quella Porta
significa poter ascoltare la voce della Terra Madre, il suo canto, la sua
musica, una musica di assoluta bellezza, amore e armonia.
…e la melodia cantata
dalla splendida voce di Rosa Zaragoza è a Lei dedicata...
(ascoltatela col cuore...):
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