Il Sacro Graal, Arild Rosenkrantz

Il Sacro Graal, Arild Rosenkrantz
Nella divinità del mondo
troverò me stesso
in essa io riposo
risplende la divinità dell'anima mia
nel puro amore per tutti gli esseri,
risplende la divinità del mondo
nei puri raggi della luce.
-R.Steiner-

mercoledì 22 luglio 2015

Arte & Poesia: Baudelaire & Cowper





- INNO ALLA BELLEZZA -


"Vieni tu dal cielo profondo o sorgi dall'abisso, o Bellezza? Il tuo sguardo, infernale e divino, versa mescolandoli, il beneficio e il crimine, e per questo ti si può comparare al vino.

Riunisci nel tuo occhio il tramonto e l'aurora; diffondi profumi come una sera di tempesta; i tuoi baci sono un filtro e la tua bocca un'anfora, che rendono l'eroe vile e il fanciullo coraggioso.

Sorgi tu dal nero abisso oppure scendi dalle stelle? Il Destino, incantato, segue le tue gonne come un cane; tu semini a caso la gioia ed i disastri, e tutto governi e non rispondi di nulla.

Cammini, Bellezza, sopra i morti, dei quali ridi. Tra i tuoi gioielli l'Orrore non è certo il meno affascinante, e il Delitto, che sta tra i tuoi gingilli più cari, sopra il tuo ventre orgoglioso danza pieno d’amore.

La farfalla abbagliata vola verso te, o candela, crepita, fiammeggia e dice: "Benediciamo questa fiaccola!" L'innamorato anela chino sulla sua bella, e ha l'aria d'un moribondo che accarezzi la sua tomba.

Che tu venga dal cielo o dall'inferno, cosa importa, o Bellezza, mostro enorme, spaventoso, ingenuo, se il tuo occhio, il tuo sorriso, il tuo piede aprono per me la porta di un Infinito che amo e che non ho mai conosciuto?

Di Satana o di Dio, che importa? Angelo o Sirena, che importa, se tu rendi, - fata dagli occhi di velluto, ritmo, profumo, luce, mia unica regina! – l’universo meno ripugnante e questi brevi istanti meno gravi?"


- Charles Baudelaire -


Immagine: Frank Cadogan Cowper – "Vanità"





Arte & Letteratura: Baudelaire & Von Stuck





- I FIORI DEL MALE -

"La stoltezza, l'errore, il peccato, l'avarizia, abitano i nostri spiriti e agitano i nostri corpi; noi nutriamo amabili rimorsi come i mendicanti alimentano i loro insetti. I nostri peccati sono testardi, vili i nostri pentimenti; ci facciamo pagare lautamente le nostre confessioni e ritorniamo gai per il sentiero melmoso, convinti d'aver lavato con lacrime miserevoli tutte le nostre macchie. È Satana Trismegisto che culla a lungo sul cuscino del male il nostro spirito stregato, svaporando, dotto chimico, il ricco metallo della nostra volontà. Il Diavolo regge i fili che ci muovono! Gli oggetti ripugnanti ci affascinano; ogni giorno discendiamo d'un passo verso l'Inferno, senza provare orrore, attraversando tenebre mefitiche. Come un vizioso povero che bacia e succhia il seno martoriato d'un'antica puttana, noi al volo rubiamo un piacere clandestino e lo spremiamo con forza, quasi fosse una vecchia arancia. Serrato, brulicante come un milione di vermi, un popolo di demoni fa baldoria nei nostri cervelli, e quando respiriamo, la morte ci scende nei polmoni quale un fiume invisibile dai cupi lamenti. Se lo stupro, il veleno, il pugnale, l'incendio, non hanno ancora ricamato con le loro forme piacevoli il canovaccio banale dei nostri miseri destini, è perché non abbiamo, ahimè, un'anima sufficientemente ardita. Ma in mezzo agli sciacalli, le pantere, le cagne, le scimmie, gli scorpioni, gli avvoltoi, i serpenti, fra i mostri che guaiscono, urlano, grugniscono entro il serraglio infame dei nostri vizi, uno ve n'è, più laido, più cattivo, più immondo. Sebbene non faccia grandi gesti, né lanci acute strida, ridurrebbe volentieri la terra a una rovina e in un solo sbadiglio ingoierebbe il mondo. È la Noia! L'occhio gravato da una lacrima involontaria, sogna patiboli fumando la sua pipa. Tu lo conosci, lettore, questo mostro delicato - tu, ipocrita lettore - mio simile e fratello!"

Charles Baudelaire - "Al lettore"


Immagine: Franz Von Stuck (1863-1928) - "Lucifero"



Arte & Letteratura: Hesse & Graafland





AMORE

"La mia felice bocca nuovamente incontrare vuole le tue labbra che baciando mi benedicono, le tue dita care voglio tenere e giocando congiungerle con le mie dita, saziare il mio assetato sguardo col tuo, avvolgere il mio capo nei tuoi folti capelli, con le mie membra giovani e sempre sveglio voglio rispondere a ogni movimento delle tue membra e da sempre nuovi fuochi d'amore rinnovare mille volte la tua bellezza, finché entrambi appagati e grati ci troviamo felicemente sopra ogni dolore, finché senza desideri salutiamo il giorno e la notte, l'oggi e l'ieri come fratelli amati, finché camminiamo sopra ogni fare e ogni agire come raggianti in una pace completa."

- Hermann Hesse -


Immagine: Robert-Archibald Graafland (1875-1940) – "Giovane amore"





venerdì 17 luglio 2015

William Blake... il visionario!


LA SUA ARTE APPARTIENE AL DESTINO DELL’UOMO E IL MATRIMONIO ALCHEMICO LO UNISCE ALL’ESSEITÀ COSMICA DIVINA. CONTRO OGNI REPRESSIONE L’ESPERIENZA È INNOCENTE






"Blake è un visionario. Nella profonda, tenace convinzione che le sue visioni interiori fossero più reali del mondo esterno, cercò di esprimerle con il mezzo pittorico e poetico. La visionarietà di Blake ha toni utopistici, in un certo senso anche rivoluzionari. In opposizione a una concezione dell’uomo diviso tra spirito e corpo, desiderio e repressione, realtà e fantasia, Blake esalta l’attività creatrice e totalizzante dell’immaginazione attraverso cui può essere ricomposta la realtà scissa."

William Blake nasce a Londra nel 1757 (anno fissato da Swedenborg per l’avvento del nuovo regno di Dio sulla terra).

La falsità della morale corrente, la natura divina dell’energia e dell’immaginazione, la negatività delle ideologie meccanicistiche nate dall’industrialismo, l’unità mistica dell’universo, sono i temi ricorrenti in tutta l’opera di Blake.

Ossessionato dalle visioni fin dalla primissima infanzia (a quattro anni raccontò che Dio gli era apparso alla finestra), fu anticipatore del Romanticismo, nonché modello per i surrealisti. Ma, soprattutto, incarnò l’idea dell’artista per eccellenza: un artista-veggente, dotato della facoltà di penetrare nella verità fantastica del cosmo.

«L’immaginazione non è uno stato mentale: è l’esistenza umana stessa».

Con queste parole William Blake spiegava la sua scelta di ricercare nella propria dimensione spirituale, imbevuta di letture esoteriche, religiose, filosofiche e letterarie, la fonte d’ispirazione della sua opera.

Per lui l’immaginazione era quella percezione soprasensoriale che, negando l’esperienza dei sensi, metteva il poeta-profeta in contatto diretto con l’Essere Divino facendolo identificare con l’universo. Il poeta o l’artista risultava capace di una visione che univa l’uomo e l’universo, il profeta indicava la verità nascosta e le relazioni mistiche esistenti tra l’uomo, la natura e la divinità.

Nei suoi “libri profetici” (“The marriage of heaven and hell", 1790; America,1793; “The book of Urizen“, 1794; “Milton“, 1804; “Jerusalem“, 1804; “Vala or the four Zoas“, postumo), influenzato dal neoplatonismo, da Swedenborg, da Böhme, dalla Kabbalah, e soprattutto dal Nuovo e dal Vecchio Testamento, diede un quadro esoterico in cui intreccia simbolismi e mitologie.

È tramite la frase presente nel “Matrimonio tra il cielo e l’inferno”, che Blake fissa il su messaggio: «Senza contrari non c’è progresso. Attrazione e Ripulsa, Ragione e Energia, Amore e Odio sono necessari all’essere umano» e «Ciò che sta in alto è come ciò che sta in basso».

È un matrimonio alchemico, in cui si cerca di ricreare ciò che era in origine, l’Unità, dove il bene risulta essere male e il male risulta essere bene, in un unico insieme coesistente. Bene e Male concorrono in egual misura alla ricerca della verità –ma anche come un meraviglioso tramonto degli dei a favore di un’alba dell’uomo.

Senza la simultanea presenza di ‘Innocenza’ e ‘Esperienza’ cesserebbe la vita.

Ne il libro di Thel (“The book of Thel“, 1789) Blake sviluppa il proprio concetto di innocenza, che non deriva dalla ignoranza sessuale e quindi dalla repressione ma, come dimostra nelle Visioni delle figlie di Albion (“Visions of the daughters of Albion“, 1793), dalla gratificazione sessuale come matura liberazione dalla morale conformistica. Inoltre, arriva ad elaborare un concetto d’innocenza a cui si giunge, paradossalmente, attraverso l’eccesso che produce, alla fine, la matura consapevolezza. L’eccesso viene collegato all’energia, quindi al corpo, opposto all’anima collegata alla ragione. Il fattore unificante supremo tra gli elementi opposti che costituiscono l’uomo è la visione, cioè l’immaginazione, che permette di andare fuori dal proprio Io per toccare il divino. Quindi, l’unico modo per trasformarsi interiormente è attraverso l’immaginazione creatrice, cioè l’arte, che riconduce l’uomo verso una dimensione superiore.

Come le sue poesie, anche la sua visione pittorica fa della potenza espressiva e del simbolismo lo strumento ideale per comunicare il proprio messaggio. La lotta contro l’oppressione e le catene del peccato imposte dalla dottrina cattolica viene spesso affidata ad archetipi minacciosi ed immagini spirituali. Dai draghi (“Il Grande Drago Rosso” e la “Donna vestita col sole“, 1805-1810) a Satana, passando per figure femminili e anziani dalle caratteristiche soprannaturali.

La sua opinione sulla religione tradizionale risulta evidente alla lettura di “The Marriage of Heaven and Hell“, dove in “Proverbs of Hell” scrive:

«Prisons are built with stones of Law, Brothels with bricks of Religion» («Le prigioni sono costruite con le pietre della legge, i bordelli con i mattoni della religione»).

Blake intendeva essere portatore di un messaggio nuovo, in favore dell’istinto e della libertà contro ogni tipo di limitazione e repressione. L’esuberanza e l’eccesso diventavano scopi da perseguire, non difetti da evitare.


Una simpatico aneddoto racconta che a Lambeth, dove William compose gran parte delle sue poesie, una volta lo trovarono nel piccolo giardino sul retro della casa, seduto nudo al sole sotto un albero insieme a Catherine, sua moglie, intenti a leggere il “Paradiso Perduto”. Invitò l’amico che era venuto a visitarlo ad entrare dicendogli di non preoccuparsi, che essi erano soltanto Adamo ed Eva.



Il vero obbiettivo delle sue opere non appartiene al dibattito della sua epoca, ma al destino umano universale.


Ogni momento è infinito, non esiste una reale e univoca concezione di passato e futuro: il vero passato è sempre come appare a noi ora, poiché per Blake, il vero tempo viene dato dall’immaginazione. Così scrive in “Gerusalemme”: «Ciò che è di sopra è di dentro, poiché ogni cosa/ in Eternità è traslucida./ La circonferenza è dentro: Fuori, si forma/ l’Egoista centro./ La circonferenza sempre si espande, avanzando/ verso l’Eternità:/ E il Centro ha Eterni stati: e quegli stati ora noi esploreremo».






Credits to:
Katia Valentini per ukizero.com

Immagini: tre delle tante rappresentazioni di
W.Blake sul tema "Adamo ed Eva"







lunedì 13 luglio 2015

R. Steiner - Il dolore cristallizzato... da GA99



La saggezza è dolore cristallizzato



   Più si reprime un evento traumatico nella sfera inconscia più questo diviene abnorme e capace di manifestarsi autonomamente, senza controllo. Si crea così una vera e propria "personalità ombra", che nel caso degli schizofrenici, assume caratteristiche di personalità multiple. È il caso, per esempio, della reversibilità della vittima con il carnefice. Questo paradossale processo di trasformazione di un evento interiore nel suo opposto, è noto come enantiodromia cioè "corsa verso l'opposto" per Jung o, secondo Scaligero, animadversio cioè "inversione dell'anima". Questa ambiguità scaturisce dalle forze luciferiche: così come esiste un lato illuminato della Luna (ego), ne esiste uno oscuro il (complesso), che lavorano alternativamente per ipnotizzare e assottigliare l'Io, che è di natura solare.

Il corpo astrale è la sede dei traumi, dei complessi, e delle personalità ombra che possono venirsi a creare: esso è il laboratorio alchemico che si pone tra l'individualità spirituale e le necessità di vita del corpo eterico e fisico. Gli "esperimenti" di vita che lì si conducono, possono tradursi in esperienze positive e negative, in vittorie o sconfitte, sempre tenendo presente che la mobilità del corpo astrale è preferibile alla sua cristallizzazione. È un campo di prova che, nel peggiore degli scenari, può diventare un campo di guerra. Se quindi da un lato è necessaria la continua sperimentazione del desiderio nel corpo astrale, dall'altro solo una costante elaborazione cosciente permette di non cadere vittima dell'ambiguità delle forze luciferiche, permettendo così di trovare la strada individuale dell'Io, la fantasia morale. In altre parole, l'elaborazione della ferita fa' sì che essa non diventi un'arma, ma un tesoro di saggezza per questa e per la futura incarnazione:

"Dunque la conoscenza della connessione tra il mondo fisico e il mondo astrale ci permette di avere una chiara comprensione del mondo nei suoi processi di sviluppo interni; le cose sono spesso connesse in un modo abbastanza differente rispetto a ciò che alle persone piace immaginare. Molte persone disprezzano il dolore e la sofferenza, ma da un punto di vista più elevato ciò è abbastanza ingiustificato, poiché se questi sono superati e la persona è pronta per una nuova incarnazione, sofferenza e dolore sono la fonte della saggezza, prudenza e comprensione nella visione del mondo. Perfino nella scrittura che proviene dal moderno punto di vista materialistico noi troviamo l'affermazione che esiste qualcosa come "il dolore cristallizzato" alla faccia di ogni pensatore. Ciò che questo autore dalla mentalità materialistica dice qui è ciò che da tempo è noto all'occultista, che la più grande saggezza del mondo viene conquistata dalla quieta sopportazione del dolore e della sofferenza; questo crea saggezza nella prossima incarnazione."

– Rudolf Steiner, GA 99, La Teosofia dei Rosacroce: VI La legge del destino, Monaco 30 maggio 1907.





Anche camminando nella notte, sotto la luce della Luna, bisogna rimanere cercatori del Sole, saldi entro noi stessi a quel Sole spirituale che, nella più buia mezzanotte, irraggia dal centro della Terra verso il cuore dell'essere umano.


Credits to:
Mystica Aeterna